Insoddisfazioni

Vorrei lamentarmi un po’ dello stato attuale dei sistemi di web publishing esistenti. Una persona che abbia del contenuto da pubblicare su Internet ha varie possibilità.

Il blog è adatto ad un tipo di contenuto breve e cronologico. Ci si possono anche scrivere degli articoli, ma le cose diventano macchinose. Per cominciare è difficile scrivere offline: i software di blogging tipo Ecto o MarsEdit sono all’inseguimento, ma stanno rimanendo indietro. Ecto è pieno di bachi, poco gravi, nella formattazione del testo, ma che danno parecchio fastidio. L’autore promette cose da fantascienza in ecto3 che non si sa quando arriverà. Marsedit non funziona più con Blogger, quindi l’ho buttato via dopo la prima prova. Entrambi vogliono anche dei soldi (24.95$ per MarsEdit e 17.95$ per Ecto). La situazione su Windows è ancora peggiore. Non ho provato il client della Microsoft perché sono prevenuto, Contribute della Adobe (149$) va bene per editare delle pagine web esistenti, ma quando ho provato a postare su un blog ha fatto casino e ha inquinato l’albero FTP con le sue directory. Altri client erano troppo immaturi e avevano problemi vari. Utilizzabili, ma insoddisfacenti.

Se uno rinuncia a scrivere offline, può usare le interfacce web offerte dai vari servizi online di blogging. Però il browser non è un editor di testo e non ci si riesce a scrivere niente di lungo o formattato in maniera un po’ più complessa.

Programmi tipo iBlog (produced by Lifli, now discontinued) (19.95$) generano in locale una pagina web ad ogni aggiornamento e poi si offrono di farne l’upload su FTP. Possono andare bene, ma sono chiusi. Se uno si stufa e vuole cambiare programma, non gli rimane altro che editarsi a manina l’HTML, difficilmente potrà importarsi tutta la struttura (date, tag, categorie, commenti) in un altro programma simile.
Una soluzione simile, ma molto più interessante, se non altro dal punto di vista tecnico, è TiddlyWiki. È una pagina web in grado di autoeditarsi tramite una quantità di Javascript. È un po’ lenta da caricare, non offre grandi possibilità come editor, ma è estremamente comoda per appunti personali o per un blog “da combattimento”.

Poi ci sono i wiki. Vanno benissimo per scrivere qualcosa in maniera collaborativa. I sistemi di editing come Textile o
Wikitext alleviano un po’ le limitazioni del browser come editor e sono molto intuitivi. Rimane il problema dell’editing offline. Certo, uno può sempre scrivere su un file di testo e poi a mano fare il copia e incolla, sperando che nel mentre nessun’altro abbia modificato la pagina.
Per definizione i wiki sono sistemi aperti. Per un uso come sistema di publishing personale (un blog più strutturato o un sito web meno statico) sono sovradimensionati. Ho provato moinmoin, ma è qualcosa di estremo come quantità di file da uploadare, decisamente esagerato. Per gli altri programmi è difficile scegliere, ce ne sono troppi e WikiMatrix non aiuta.

Ci sono i CMS, ma sono giusto un pelino troppo pesanti per un uso personale.

Infine uno può sempre scriversi direttamente le pagine html e tanti saluti. Per scrivere l’html può aiutarsi con programmi tipo Dreamweaver (574,80€ tanto per indicare il capo della categoria), ma deve comunque farsi al minimo un sistema di ricerca, uno di tagging ed uno di commenti, se li vuole. Ma qui dovrei iniziare un’altra filippica contro i linguaggi lato server (javascript è un bersaglio troppo banale), che mi tengo per la prossima volta.

Ah, ho messo su le foto della Svezia, abbiamo superato il totale di 500 foto !