Titan di Stephen Baxter

Questo romanzo mi ha lasciato parecchio da pensare. Baxter ha scritto il libro prima del 1997, ma è riuscito a immaginarsi sia l’incidente allo shuttle Columbia, avvenuto nel 2003, sia la politica oscurantista applicata dall’amministrazione Bush (vedi l’insegnamento della teoria dell’evoluzione nelle scuole).

La storia, appunto, parte dai giorni nostri e descrive l’ultimo sforzo di una NASA ormai destinata alla chiusura definitiva per mandare un gruppo abbastanza sgangherato di persone su Titano, dove la sonda Huygens/Cassini avrebbe rilevato possibili tracce di vita. Per farlo, essendo ormai senza soldi, vengono utilizzati tutti gli avanzi che la NASA mantiene in magazzini, musei e parchi pubblici: vengono ripristinati gli shuttle rimanenti, le capsule apollo avanzate dalle missioni sulla Luna, le tute delle missioni lunari e così via…

La ricostruzione di cosa significherebbe un viaggio del genere, fino alle lune di Saturno, con la tecnologia attuale è molto dettagliata e si è sicuramente basata su degli studi fatti per mandare una missione su Marte. Per uno come me, abituato a leggere romanzi di fantascienza in cui gli astronauti atterrano, decollano, vanno in giro e uccidono alieni cattivi con la pistola laser, questa storia è sicuramente una botta di realismo. A partire dalle conseguenze del dover riciclare ogni molecola per tutta la durata del viaggio (6 anni, è previsto un viaggio di sola andata), fino al doversi togliere la tuta spaziale in una tenda con -200 gradi all’esterno, l’impatto sul modo di pensare ai viaggi spaziali è senz’altro molto grande.

Consigliatissimo. Purtroppo temo che non sia mai stato tradotto in italiano, ma se per caso riusciste a trovarlo o decidiate di leggerlo in inglese, davvero non ve ne pentirete.