Aggiornamenti del sito

Oggi, giorno di festa nazionale, malgrado la mia iniziale intenzione di starmene in terrazzo a prendere il sole (ma ieri non avevano previsto pioggia, fulmini e tempeste ?), son finito a fare qualche modifica al sito. E quindi tra una partitella a Super Bubble Bobble e la lettura di un post del Dread che mi ha fatto ricordare che quando ero piccolo, guardando Labirynth, mi ero innamorato di Jennifer Connelly, ho fatto un aggiornamento del CSS della galleria fotografica e ho aggiunto il feed di Google Reader qui di lato. Quest’ultimo purtroppo rallenta un po’ il caricamento della pagina.

Per la galleria fotografica, un giorno magari mi deciderò a implementare un qualche sistema di feed per facilitare l’accesso agli aggiornamenti che faccio di tanto in tanto, il problema è che tecnicamente non è banale per come è fatto il sistema di galleria…

Intanto ho portato tutto ad uno sfondo grigio scuro, con le foto con una cornice nera. L’idea è che il nero aiuta a concentrare l’attenzione dell’occhio sulla foto. In più il colore di sfondo che c’era prima è stato talvolta chiamato “cacca molla” e quindi dovevo cambiarlo.
Il resto del sito per ora rimane così, più che altro perché mi mancano le idee su come cambiarlo.

Per modificare il CSS è stato di enorme aiuto CSSEdit (per MAC) che consente di giocare col CSS in diretta su una qualsiasi pagina web prendendola dalla rete, l’interfaccia è fatta bene e rende tutto il programma veloce da usare. Se lo usassi un po’ più spesso potrei addirittura comprarlo (29,95$), che tanto ora c’è anche il dollaro basso.

Foto del Gasometro

In direttissima, ecco la foto che ho preso stamattina, un’oretta fa, della demolizione di uno dei due gasometri di Cornigliano, quello più basso.

Ero in servizio con la Protezione Civile, abbiamo controllato che uno degli edifici abbandonati che c’è in zona fosse sgombro e poi ci siamo messi sul ponte, a far vedere che c’eravamo anche noi.

Ho fatto le foto con la mia nuova D40 che mi sta dando un sacco di soddisfazioni, le ho fatte con lo scatto continuo, ottenendo una bella serie.

Insoddisfazioni

Vorrei lamentarmi un po’ dello stato attuale dei sistemi di web publishing esistenti. Una persona che abbia del contenuto da pubblicare su Internet ha varie possibilità.

Il blog è adatto ad un tipo di contenuto breve e cronologico. Ci si possono anche scrivere degli articoli, ma le cose diventano macchinose. Per cominciare è difficile scrivere offline: i software di blogging tipo Ecto o MarsEdit sono all’inseguimento, ma stanno rimanendo indietro. Ecto è pieno di bachi, poco gravi, nella formattazione del testo, ma che danno parecchio fastidio. L’autore promette cose da fantascienza in ecto3 che non si sa quando arriverà. Marsedit non funziona più con Blogger, quindi l’ho buttato via dopo la prima prova. Entrambi vogliono anche dei soldi (24.95$ per MarsEdit e 17.95$ per Ecto). La situazione su Windows è ancora peggiore. Non ho provato il client della Microsoft perché sono prevenuto, Contribute della Adobe (149$) va bene per editare delle pagine web esistenti, ma quando ho provato a postare su un blog ha fatto casino e ha inquinato l’albero FTP con le sue directory. Altri client erano troppo immaturi e avevano problemi vari. Utilizzabili, ma insoddisfacenti.

Se uno rinuncia a scrivere offline, può usare le interfacce web offerte dai vari servizi online di blogging. Però il browser non è un editor di testo e non ci si riesce a scrivere niente di lungo o formattato in maniera un po’ più complessa.

Programmi tipo iBlog (produced by Lifli, now discontinued) (19.95$) generano in locale una pagina web ad ogni aggiornamento e poi si offrono di farne l’upload su FTP. Possono andare bene, ma sono chiusi. Se uno si stufa e vuole cambiare programma, non gli rimane altro che editarsi a manina l’HTML, difficilmente potrà importarsi tutta la struttura (date, tag, categorie, commenti) in un altro programma simile.
Una soluzione simile, ma molto più interessante, se non altro dal punto di vista tecnico, è TiddlyWiki. È una pagina web in grado di autoeditarsi tramite una quantità di Javascript. È un po’ lenta da caricare, non offre grandi possibilità come editor, ma è estremamente comoda per appunti personali o per un blog “da combattimento”.

Poi ci sono i wiki. Vanno benissimo per scrivere qualcosa in maniera collaborativa. I sistemi di editing come Textile o
Wikitext alleviano un po’ le limitazioni del browser come editor e sono molto intuitivi. Rimane il problema dell’editing offline. Certo, uno può sempre scrivere su un file di testo e poi a mano fare il copia e incolla, sperando che nel mentre nessun’altro abbia modificato la pagina.
Per definizione i wiki sono sistemi aperti. Per un uso come sistema di publishing personale (un blog più strutturato o un sito web meno statico) sono sovradimensionati. Ho provato moinmoin, ma è qualcosa di estremo come quantità di file da uploadare, decisamente esagerato. Per gli altri programmi è difficile scegliere, ce ne sono troppi e WikiMatrix non aiuta.

Ci sono i CMS, ma sono giusto un pelino troppo pesanti per un uso personale.

Infine uno può sempre scriversi direttamente le pagine html e tanti saluti. Per scrivere l’html può aiutarsi con programmi tipo Dreamweaver (574,80€ tanto per indicare il capo della categoria), ma deve comunque farsi al minimo un sistema di ricerca, uno di tagging ed uno di commenti, se li vuole. Ma qui dovrei iniziare un’altra filippica contro i linguaggi lato server (javascript è un bersaglio troppo banale), che mi tengo per la prossima volta.

Ah, ho messo su le foto della Svezia, abbiamo superato il totale di 500 foto !

Primo giorno di lavoro

Oggi ho iniziato il lavoro “vero”. Orario d’ufficio, mensa aziendale, casini con le timbrature per l’orario e tanta, tanta allegria (?). Mi hanno assegnato una bestia di computer, che domani dovrò finire di domare: Pentium 4 HT, SATA, bla bla.

Ci devo lavorare con Linux, ma Ubuntu non vede la scheda audio e bisogna utilizzare il SAK per sbloccarla al boot, mentre Debian non vede la scheda di rete e non si installa neanche. A tutto ciò si somma il problema di dover anche concludere del lavoro ‘vero’…

La soluzione che ho trovato è intermedia: uso Ubuntu e intanto installo la Debian in un’altra partizione, attraverso debootstrap+chroot. Domani (forse) mi basta caricare a mano il modulo sky2 per la scheda di rete, ma più probabilmente dovrò compilarci il kernel 2.6.16.

Il lavoro, almeno per le prossime due settimane, consisterà in gran parte nel continuare quello che avevo fatto nella tesi di laurea con le reti wireless, ma poi si dovrebbe allargare per comprendere anche sviluppo su architettura ARM. Pare che mi aspettino anche un po’ di trasferte.

Chi vivrà vedrà…

Antichi ricordi

Ho appena (ri)scoperto per puro caso questo sito, da lungo tempo dimenticato. In effetti ho dimenticato la password e quindi non ci posso fare più nulla, così è e così rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Sono piuttosto sorpreso che sia ancora lì, era lo spazio web fornito con il contratto Internet via modem 33.6K.

Quell’immagine con la pianta e la scritta l’avevo fatta con un qualche software di rendering 3D, mi ricordo che il mio povero macinino ci aveva messo anni a generare l’immagine a partire dalla scena. Il vaso e la pianta erano nella libreria di esempi, non ricordo neppure se avevo cambiato i colori.

Il contatore sembra ibernato su 2150 contatti.

Nella pagina proj.html c’è anche un blog, come ero avanti nei tempi !
I link erano abbastanza generici che sono ancora tutti funzionanti, tranne quelli che puntano a iol, dove c’è scritto ‘Manutenzione straordinaria’. Sì, sì, certo.

Il numero ICQ è ancora buono, mentre l’indirizzo mail, crazy_ivan@unforgettable.com, non esiste più da un pezzo 😉

Ah, non sono più un fan di Red Hat.

Non più Svezia…

È da un po’ che non scrivo più sul blog e sono stato prontamente richiamato all’ordine dai miei accaniti lettori. Abdul è sicuramente avido di notizie riguardo ad un (piccolo) incidente che mi è successo mentre ero su in Svezia, ma non ho intenzione di divulgare nient’altro oltre quello che già sta circolando: ho preso una botta in testa, ho fatto una visita al pronto soccorso di Uppsala e ho fatto la conoscenza di una tirocinante/dottoressa chiamata Linda, molto carina e gentile, che forse mi è rimasta impressa anche per lo stato un po’ confusionale in cui ero in quel momento. Molti, molti medici dovrebbero prendere lezioni da lei su come trattare con i pazienti…

Completato questo dovere di cronaca, passiamo ad altro. Nei 10 giorni in cui sono stato in Svezia ho visitato Uppsala e ho fatto una tessera da ‘studente settimanale’ per entrare nei locali solo per studenti, che rimpiango di non aver sfruttato adeguatamente, non tanto per il costo irrisorio della suddetta tessera, ma per l’ambiente molto molto bello.
Casino, ma a livelli accettabili, luci soft e molte candele sui tavoli, mangiare e bere buono e a prezzi contenuti.

Un giorno sono anche andato a Stoccolma, provando il brivido del treno svedese e del freddo pungente che penetra dentro qualunque imbottitura dopo un’intera giornata all’aperto. Città molto bella, piena di fantastici panorami grazie al sole basso e ai tanti bracci di mare, isole e ponti sui quali è costruita.

Ma, cosa più importante di tutte, sono andato su per rilassarmi e ci sono riuscito. Uppsala è una città che si presta bene per farsi delle gran passeggiate e il freddo (niente di speciale, solo un giorno siamo arrivati a -6°) non mi spaventa più di tanto, anzi bisogna stare attenti a non coprirsi troppo perché camminando ci si scalda ed è meglio non mettersi a sudare.
Insomma, alla fine posso dare un bilancio più che positivo all’esperienza svedese.

And lots of thanks to Lina, Fra and the girls of my corridor at building 11, Studentstaden, Uppsala.

Svezia!

Ora che sono diventato un Dottore in Informatica, mi sono preso un po’ di meritato riposo. Seguendo le tracce di chi ormai ha fatto del viaggio in Svezia una scienza esatta (tranne che per i ritardi degli aerei), mi sono diretto a Uppsala per un po’ di giorni di riposo, meditazione e bei paesaggi.

A causa di un guasto Ryanair ha dovuto far arrivare un nuovo aereo dall’Inghilterra, causando un paio d’ore di ritardo, una perdita a catena di coincidenze ed un guadagno netto per le compagnie telefoniche e petrolifere di due nazioni (ebbene sì, sono tutti d’accordo contro di noi). Alla fine tra una cosa e l’altra siamo arrivati con una sola ora di ritardo rispetto al previsto (pur sempre le 5 del mattino, però…) perché ci sono venuti a prendere in macchina a Stoccolma.

Uppsala shopping

Qui a Uppsala ho una stanza in un quartiere di monolocali per studenti, con bagno privato e cucina comune. Molto tranquilla, molto bella e dato che non ci sono mobili, anche molto spaziosa 🙂

Stasera ho mangiato una ‘pizza’ (per mancanza di un nome migliore) con tzatziki, feta, olive nere, peperoni, cipolla, pezzi di carne e fette pomodori chiamata ‘Stavros’.

Buona, anche se sto bevendo ancora adesso per cercare di farmi passare questa sete micidiale che mi è rimasta…

La discussione della tesi

Alla fine ci siamo arrivati. Tutti questi anni di studio, di fatiche, di gioie e di amicizie per arrivare alla fine dell’università e al titolo di Dottore in Informatica. Abito spezzato, pantaloni color panna e giacca scura, tutto comprato nuovo apposta per la presentazione davanti alla commissione. Il pomeriggio è intenso, le sessioni di laurea si susseguono senza sosta, con parenti e amici venuti a dare supporto ai candidati che si mescolano e vagano dispersi per la facoltà.
Infatti quando è il mio turno, il mio gruppo, distratto, non se ne rende conto ed entra a presentazione già iniziata.

La tesi e le slide della presentazione sono qua:

Torrente Chiaravagna

Sabato scorso appuntamento alle 7.15 per iniziare la pulizia del torrente Chiaravagna, in quel di Panigaro. Arrivati sul posto, dopo il momento di terrore iniziale vedendo la mole di lavoro necessaria, veniamo informati che nella settimana successiva sarebbero passati con biotrituratori e pale meccaniche e che quindi noi dovevamo soltanto togliere le piante più grosse, alberi e arbusti, e preparare un po’ di spazio tra i rovi per facilitare il lavoro dei giorni seguenti.

Erano presenti tre squadre di volontari, la nostra ed altre due sempre di Sestri Ponente. Abbiamo lavorato fino alle 16.30, più o meno, consumando completamente le catene di tre motoseghe e portando via qualche quintale di legna. Degli abitanti del posto, la maggior parte è rimasta a guardare, lamentandosi occasionalmente ed evitando di fare il minimo gesto per venirci incontro (tipo spostare le macchine da sotto gli alberi che dovevamo abbattere). Solo una o due anime pie, che hanno avuto tutta la nostra gratitudine, ci hanno regalato succhi di frutta, caffè e focaccia.