Domotica

Da quando ho una casa mia tutta intera, mi è venuta la voglia di giocare con la domotica. L’idea era di provare ad automatizzare un sacco di cose: tapparelle, luci, riscaldamento e perché no l’inaffiatura del giardino e pure la ventilazione.

Quando si comincia ci si scontra subito col grande discriminatore: di tutto quello che è possibile, cosa è utile fare e cosa può essere accettato dagli altri membri della famiglia?

L’investimento necessario per cominciare a giocare è relativamente piccolo. Ci sono tre standard principali che servono a collegare sensori, attuatori e passerelle: zigbee, zwave e enocean. Elencati qui in ordine di costo crescente.

Ho scelto di cominciare con zigbee: l’avevo visto all’università e mi sta simpatico. In più è il meno caro, con una trentina di euro ci si può comprare una chiavetta usb zigbee, xiaomi produce sensori vari a 15-20 euro l’uno e ikea (trådfiri) ha una serie di lampadine, interruttori e altri oggetti connessi a prezzi competitivi.

Ho cominciato con la chiavetta (conbee 2) e un paio di sensori di temperatura. Poi ho aggiunto un sensore di presenza e una lampadina ikea per automatizzare la luce nelle scale della cantina.

Il software come al solito è il punto debole. Ce ne sono vari, ognuno con la sua filosofia, li ho provati tutti, o almeno i principali. Home assistant è quello più alla moda, poi c’è jeedom (con un ecosistema di plugin a pagamento su un market dedicato), domoticz e altri. Questi sono software da installare su un pc o un rasperrypi per farsi il sistema in casa.

Esistono anche le box o passerelle dei vari produttori, ikea, xiaomi, hue, ecc. Le ho evitate perché spesso sono connesse con la cloud e non ne ho voglia.

Perché dico che il software è il punto debole? Perché non è mai come si vuole. Home assistant, quello che uso, è a basso livello, adatto ad un geek che si diverte a scrivere script in yaml (ahem) anche per accendere una lampadina. Jeedom è più maturo, ad esempio ha un plugin termostato (a pagamento) molto avanzato che impara l’inerzia termica della stanza e del riscaldamento e ottimizza i consumi. Il fatto di pagare i plugin non mi disturba particolarmente, ma ho trovato le risposte dei programmatori sui forum un po’ altezzose e la comunità un po’ ostile.

Tornando al discorso del possibile e dell’utile, con un termometro in ogni stanza ho scoperto che i termostati dei caloriferi sono ampiamente sufficienti, inutile quindi investire negli attuatori per caloriferi. La luce della scala funziona, ma la latenza è alta. Il sensore ti vede, lo dice a home assistant che fa girare i suoi script e template e dice alla lampadina di accendersi. Può passare anche un secondo.

Idem per la luce del garage e della terrazza, che però rispondono più velocemente. Perché? Boh.

La cosa più avanzata che ho fatto è di far partire gli aspirapolvere robot quando non c’è nessuno in casa, basandosi sugli apparecchi collegati al wifi, solo in certi orari e non più frequentemente di una volta ogni due giorni.

Per le tapparelle devo fare un reverse engineering dell’elettronica dei telecomandi. Fattibile, ma prende tempo. L’utilità sarebbe di gestire la luce del sole d’estate e forse far finta che ci sia qualcuno in casa quando partiamo in vacanza.

L’innaffiatura del giardino è un grosso investimento economico e bon, fa piacere uscire e innaffiare con la canna.

L’unica cosa veramente utile che mi rimane è controllare la potenza della ventilazione forzata, aumentandola quando si cucina o si prende la doccia (basta misurare l’umidità dell’aria, viene gratis coi termometri).