Da casa al lavoro per immagini

Stamattina, vista la bella giornata, sono andato a lavorare a piedi e ho portato con me la macchina fotografica per fare un riassuntino.

Municipio di Denges
Municipio di Denges

Si parte dalla ridente cittadina di Denges, che il sindaco ci dice avere abitanti di 31 nazionalità differenti. La pagina di Wikipedia riporta altre statistiche, un totale di circa 1500 abitanti, di cui 30 (ora 31) parlano italiano.

Questo è il municipio, con la campana che suona le ore ed una simpatica signorina che si occupa dei permessi di soggiorno per noialtri immigrati. Denges si trova sul bordo di una delle più grandi stazioni di smistamento ferroviario della Svizzera. 24 ore su 24, tranne la domenica, vengono costruiti treni in un sistema che, se fosse possibile vederlo dall’altro, sembrerebbe quasi una partita di tetris.

Passata la strada principale si entra nel paese vecchio, una serie di casette addossate una all’altra e un paio di piccoli vicoli chiusi alle auto.

Villaggio storico
Villaggio storico

Il paese è molto piccolo e il centro storico, correndo lungo un lato della strada principale, è composto soltanto da due file di case.

La maggior parte del terreno intorno al paese è dedicato ad attività agricole. In questi sei mesi ho visto coltivare di tutto, insalata, fragole, lamponi, grano, mais, mele, pere, patate e cipolle.

Albero di mele
Albero di mele

Non a caso, avvicinandoci al piccolo fiumiciattolo (sì è tutto piccolo qui) chiamato Venoge, incontriamo un melo, carico di frutta.
È ancora un po’ presto e le mele sono verdi, ma fa comunque bella impressione.

Il ponte di Denges
The small bridge over the Venoge, in Denges, the little town where I was living. It was on the way to work, when I went on foot. It is the most recognizable symbol in the little town.

Subito dopo si incontra il famoso ponte di Denges, in pratica l’unica struttura di rilievo nel raggio di qualche chilometro. Non a caso viene messo in copertina del depliant turistico del comune.

La Venoge

La Venoge segna, in quella zona, il confine tra il distretto amministrativo di Morges e quello di Losanna e, cosa che mi interessa più da vicino, il confine della zona in cui vale l’abbonamento del bus di Losanna (cioè non vale dove abito).

Via Francigena
At the other end of the Denges’ bridge there is a crossing with another path: it is the Via Francigena, an ancient pilgrim path that connects Canterbury and Rome.

Appena superato il ponte si incontra subito un altro sentiero, si tratta niente popò di meno che della Via Francigena, un antico percorso di pellegrinaggio tra Roma e Canterbury, che ancora oggi è usato e, almeno in certi tratti, manutenuto.

Se volessi andare sulla spiaggia sul lago, qui girerei a destra, ma invece mi aspetta una giornata di lavoro e quindi tiro dritto.

Campi

Si entra ora nel comune di Ecublens, alla periferia di Losanna, ma ancora abbastanza lontano dalla città da avere estesi campi coltivati.

Anche qui ho visto coltivare di tutto, con un continuo ciclo. Nel campo a destra hanno raccolto di recente delle patate, mentre a sinistra adesso c’è del granoturco, più avanti ci sono cipolle, che hanno raccolto oggi.

Renges
Renges

Passati i campi c’è Renges, un minuscolo paesino senza una pagina di Wikipedia tutta per sé. Per ricordarci che siamo in Svizzera, una Porsche fa capolino da sotto un telo.

Avendo ormai superato la metà della strada da fare, imbocchiamo un sentiero (anche lui asfaltato) che sale su per una collinetta.

Questa è la zona “bene” di Ecublens, dove, si dice vivano i professori (ma solo quelli ricchi) dell’EPFL, dove lavoro.

Vista sul lago
Vista sul lago

Non a caso, arrivati in cima, c’è una bella vista sulla Francia dall’altra parte del lago e sul Jura, verso Ginevra. Tutta la zona qui è a traffico limitato solo per i residenti. Si vedono spesso bambini che giocano in strada con le biciclette, senza supervisione.

Poco più in basso c’è una scuola, i cui campi sportivi sono sempre a disposizione per tutti. È una zona silenziosa di villette molto carine, coi giardini curati fino al singolo filo d’erba e le auto tirate a lucido. A parte qualche Jaguar, si vedono auto normali, mi immagino che le Ferrari le tengano nei garage coperti.

The ODY tower and, below, the curves of the EPFL library.
The ODY tower and, below, the curves of the EPFL library.

Proseguendo ancora qualche centinaio di metri si arriva, finalmente, all’EPFL, politecnico migliore d’Europa, con 7000 studenti, la maggior parte dei quali in costante ricerca di un tetto sotto cui dormire, 11 mense con menù online aggiornato quotidianamente, sistema di biciclette gratuito, spaccio, ufficio postale e mercatino di frutta, verdura e formaggi ogni lunedì.

In questo edificio, che si chiama BC, ha sede la scuola di Computer Science. Il mio ufficio non è qua, ma in un edificio subito dietro (molto più brutto). All’ultimo piano, oltre all’ufficio d’angolo del mega direttore, c’è una mensa, coi tavoli all’esterno con vista sul lago e sulle Alpi. Più di una volta ho fatto colazione lassù.

South-west corner of the BC building, the main site for the IT school in EPFL.

Proseguendo verso il mio ufficio, ormai a qualche metro di distanza si attraversano corridoi di uffici e zone comuni, dotate di lavagne dove chiunque può scrivere e meditare e chiunque altro può avvicinarsi ed intervenire.

A common space in the BC building, with an intranet terminal, couches, whiteboard and WiFi.